Paese: KENYA
La cooperativa Meru Herbs nasce da un progetto di irrigazione dei campi e distribuzione dell'acqua a 450 famiglie‚ nella regione di Meru‚ ai piedi del monte Kenya. Il progetto è sostenuto dalla Diocesi di Meru‚ in collaborazione con l'AES di Padova. L'irrigazione ha aumentato la produzione di verdura e frutta e la cooperativa aiuta i produttori a commercializzare al meglio i propri prodotti. La maggior parte delle famiglie coltiva il proprio terreno a verdura destinata alla vendita sul mercato locale. Parte delle eccedenze vengono vendute attraverso i canali del Commercio Equo e Solidale: ciò permette alla cooperativa di reinvestire parte del profitto in lavori di manutenzione e ampliamento del sistema di irrigazione e ai contadini di migliorare le proprie condizioni di vita attraverso il pagamento di bonus di produzione. MERU HERBS E' MEMBRO DI WFTO
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Sito internet: www.meruherbs.com
La sede di Meru Herbs si trova a Mitunguu‚ a 250 Km a nord di Nairobi‚ nella
regione semiarida del distretto di Tharaka. Meru Herbs ha le sue origini nel 1985‚ quando venne realizzato il Nguuru Gakirwe Water Project (NGWP)‚ un
progetto sul Fiume Kithino che ha portato alla creazione di una diga e tre
canali. In questa zona semi arida‚ dove
l'agricoltura era resa possibile dalle piogge solo per coltivazioni resistenti
alla siccità‚ come il miglio e il sorgo‚ oggi vivono circa 2000 famiglie
contadine‚ tutte utenti dell'acqua resa disponibile dal progetto.
Nel 1991‚ per sopperire alle
spese di gestione e manutenzione dell'impianto idrico‚ si rese necessario
creare un'attività che potesse generare reddito. Il coordinatore del progetto
Andrea Botta‚ con l'appoggio della Diocesi di Meru‚ decise di incentivare la
produzione agricola nell'area. L'idea innovativa fu di destinare
all'esportazione sotto forma di infusi le piante da coltivazione come il carcadè‚ la citronella e la camomilla.
Da subito le esportazioni vennero organizzate tramite i canali del Commercio Equo e Solidale. Nel 1992
partirono i primi prodotti per l'Italia‚ grazie‚ tra gli altri‚ ad Equo Mercato
e CTM Altromercato.
Il passo successivo fu la
produzione di conserve alimentari‚ tra cui le confetture di frutti tropicali. Papaya‚ mango e ananas vengono
portati dai contadini alla fabbrica‚ che occupa 40 persone‚ prevalentemente
donne. La frutta viene pelata a mano e tritata‚ poi messa a cuocere: i forni a
legna sono stati nel tempo sostituiti da forni
elettrici più sostenibili. Nel 2002 Meru Herbs ottiene la certificazione biologica da una società specializzata inglese (Soil Association Certification Ltd). Nonostante i costi
piuttosto elevati‚ gli agricoltori certificati come biologici sono passati dai
43 del 2002 ai 268 del 2008. I contadini sono liberi di fare la conversione
organica o di produrre in altra forma‚ ma tutti i prodotti venduti a Meru Herbs
devono essere biologici e quindi sottostare agli audit annuali. Sulle altre
parti del loro shambas (campi coltivati)‚ gli agricoltori possono produrre con
sistemi convenzionali‚ a condizione di non mescolare i due sistemi.
Verso la sostenibilità
Con il tempo e grazie al
supporto anche finanziario di diverse realtà italiane (tra le altre MondoAlegre
Omate‚ Tavola Valdese‚ parrocchie di Savigliano‚ Università di Bari e Regione
Puglia‚ Ministero Affari Esteri‚ Ipsia Acli e Celim Milano)‚ Meru Herbs
comincia un processo di sostenibilità ambientale‚ che attualmente è la caratteristica principale di tutto il
sistema produttivo. Tra il 2012 e il 2013 vengono distribuiti 100 kits di
installazione per pannelli fotovoltaici
domestici e vengono realizzati 70 impianti di irrigazione a goccia‚ ottimali per ridurre lo spreco di acqua. Nel
2014 viene installato un biotrituratore
per processare i residui organici e migliorare la produzione del compost‚ da sempre realizzato con gli
scarti vegetali organici della produzione‚ soprattutto del carcadè: in
particolare‚ il nuovo impianto risulta molto utile per triturare anche i semi.
Nello stesso periodo‚ al campo base vengono installati due filtri per l'acqua‚ uno per la casa degli ospiti e l'altro per la
fabbrica delle conserve‚ permettendo la fornitura di acqua potabile attraverso
un sistema di purificazione che utilizza raggi ultravioletti. Dal 2015 è attivo
un progetto per la riqualificazione e l'ampliamento del terreno interno alla
sede di Meru Herbs‚ al fine di migliorarne le potenzialità produttive‚ coltivando camomilla‚ carcadè‚ lemongrass‚ alberi da frutto e nuove varietà sperimentali come moringa‚ pomodori‚ cipolle. Una nuova cisterna
da 10.000 litri per l'immagazzinamento dell'acqua è stata installata sul posto
così da garantire la presenza di una buona riserva anche in periodi di siccità.
Nel 2016 è stato completato l'impianto di alimentazione
energetica a pannelli solari fotovoltaici. In questo modo la Meru Herbs è diventata la prima e forse l'unica cooperativa di commercio equo e
solidale in Kenya‚ e probabilmente in tutta l'Africa‚ completamente autonoma e alimentata da fonti rinnovabili.
La nascita di un'attività ecoturistica è l'ultima sfida lanciata
da Meru Herbs: l'idea è offrire ai turisti una calorosa accoglienza‚ sicurezza
e possibilità di partecipazione all'attività delle comunità che li ospitano. Sono
attualmente in costruzione quattro lodges e le relative strutture di servizio‚ completamente eco-compatibili e auto-sostenibili.
L'acqua rimane il tema vitale e centrale. I consumi sono cresciuti
con l'aumento degli utenti: 4000 famiglie dalle originali 500. Per questo
motivo Meru Herbs vive nella continua tensione
al miglioramento: il sistema a goccia richiede cura e formazione degli
agricoltori; è allo studio un collegamento ad un altro fiume per aumentare la
portata ed estendere la rete; si punta all'ottimizzazione della raccolta di acqua piovana e alla sua conservazione
in serbatoi.
Lo sviluppo della produzione e la
riduzione dei rischi per i contadini ha portato ad un evidente miglioramento delle condizioni di vita:
con orgoglio le donne raccontano dei
figli alla scuola superiore e all'università‚ mostrano le loro case‚ le
coltivazioni‚ l'acqua che irrora le piante‚ il compost.
Lavoratori e contadini ci hanno
fatto conoscere la storia di una comunità che vuole rimanere sulla propria terra e vuol farci sapere che con una rete
di alleanze e con il commercio equo e solidale è possibile sognare e riscrivere
il proprio destino.
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